[Pubblico] Conservatorio di Milano: NOTES n. 39 - Luglio 2014

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Ven 27 Giu 2014 13:27:41 CEST



Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano 



NOTES n. 39 

Luglio 2014 




Un mese di luglio all’insegna della tradizione: tornano anche quest’anno I Concerti del Chiostro organizzati in collaborazione con Arianteo spazioCinema. 

28 gli appuntamenti che dall’1 al 31 luglio animeranno le serate del pubblico milanese, con la caratteristica formula concerto-proiezione cinematografica, arricchita però di un momento conviviale, un aperitivo pre-concerto. 

Tutti i concerti - protagonisti i soli allievi del Conservatorio, a testimonianza delle elevate capacità produttive della Scuola milanese - saranno tematicamente legati ai film in palinsesto. 

Sede della kermesse , che mantiene inalterato il titolo originario di I Concerti nel Chiostro , sarà però la Sala Puccini, per permettere lo svolgimento di previsti lavori di adeguamento e ristrutturazione, interessanti alcuni spazi del Conservatorio. 



Ma luglio non è solo Arianteo-Conservatorio. 

Ospiti esterni ed allievi si esibiranno, in altre occasioni, sia in sede che fuori. 

Il Concerto del Chiostro di venerdì 4 luglio dedicato alle musiche dei popoli, ovvero alle musiche di tradizione anche popolare e non colta, sarà preceduto, alle ore 18.30 sempre in Sala Puccini, da un concerto dedicato a un’espressione musicale tipicamente americana: la colonna sonora di disneyana memoria. Peraltro in occasione dell’Independence Day. 

Non di meno, fuori sede, prosegue la collaborazione per i concerti, che abbinano l’aperitivo alla visita al Museo, organizzati in collaborazione con il Poldi Pezzoli (mercoledì 2 e mercoledì 16 luglio alle ore 19.00). 

Mercoledì 2 luglio poi l’Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea, diretto da Mauro Bonifacio, sarà protagonista della serata inaugurale del 50° Festival Pontino di Musica. 



Nell’augurarvi una buona estate, vi invitiamo a seguire i tanti appuntamenti che ancora ci aspettano, 

Gianni Possio Delegato alla Comunicazione 

Raffaella Valsecchi Ufficio stampa 






I Concerti nel Chiostro 2014 

1 – 31 luglio 



Vi sono alcune importanti novità, nella serie di Concerti che il Conservatorio abbina quest’anno alle proiezioni cinematografiche estive di Anteo spazioCinema. 

La prima è che a causa di lavori non prorogabili nei nostri spazi, tutto per il 2014 si svolgerà in Sala Puccini: mancherà forse il fascino del Chiostro ma... ci saranno meno zanzare e più frescura! 

Va detto però che quei lavori prepareranno una sede migliore per la grande stagione dell’Expo 2015. 

La seconda novità è che, per festeggiare il rinnovato connubio musica-cinema, ogni sera prima del concerto il Conservatorio proporrà un aperitivo, semplice ma molto particolare. 

La terza, la più importante dal punto di vista musicale, non è a dire il vero una novità, ma un “ritorno all’antico”: abbiamo molto lavorato, nella formulazione dei programmi dei concerti, affinché l’abbinamento musica-film non appaia mai casuale, bensì il più correlato possibile. Individuate cioè alcune tematiche nel film proiettato, abbiamo chiesto agli studenti (la nostra grande ricchezza, gli unici protagonisti delle nostre 28 serate di luglio) di modellare una proposta di programma che richiamasse una o più di quelle tematiche. 

Ne è nata una sequenza di concerti globalmente di grande interesse: essa spazia dalla musica antica alla contemporanea, dalla musica da camera al jazz, dal grande repertorio solistico, vocale e strumentale alla musica elettronica. 

A ben guardare, vi sono in programma molti brani difficilmente ritrovabili nei più normali programmi di concerto, brani e generi che dovrebbero risvegliare la curiosità di un pubblico molto vario, da quello più avvezzo alle sale da concerto ai frequentatori più occasionali, ai quali speriamo di offrire un’accoglienza musicale piacevole e al tempo stesso di spessore. 



Maria Grazia Mazzocchi , Presidente del Conservatorio 

Alessandro Melchiorre , Direttore del Conservatorio 

Alessandro Solbiati , Delegato alla Produzione 





PROGRAMMA 



Martedì 1 luglio 

Ritmi, bacchette e martelletti 



Luciano Berio 

Linea per due pianoforti, marimba e vibrafono 



Béla Bartók 

Sonata per due pianoforti e percussioni 
Assai lento. Allegro molto – Lento, ma non troppo - Allegro non troppo 



Daniela Filosa , Erica Paganelli , Paolo Gorini , Luigi Nicolardi pianoforte 

Lorenzo D’Erasmo marimba 

Fabio Giannotti vibrafono 

Lorenzo D’Erasmo , Davide Curiale percussioni 



Proiezione del film Pina 



Se Pina è un omaggio ad una delle più grandi e innovative coreografe del XX secolo, il concerto non poteva che proporre un programma legato al ritmo e alla danza. 

La Sonata per due pianoforti e percussioni di Béla Bartók non è stata scritta per essere danzata, ma l’inusuale importanza data alle percussioni (inusuale per il 1937) unita ad un utilizzo dei due pianoforti che ne enfatizza la componente percussiva attribuisce a questo capolavoro una tale forza ritmica da ben poter essere considerata “potenzialmente” legata alla danza del XX secolo. Viceversa Linea (1972) costituisce davvero il primo lavoro composto da Berio espressamente per la danza, e l’aver scelto il medesimo organico bartokiano conferma quanto si è detto della Sonata. La dedica di Berio è a Vittoria Ottolenghi, per decenni figura di riferimento del mondo italiano della danza. 



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Mercoledì 2 luglio 

Una voce e una chitarra 



John Dowland 

Now oh now I need must part 

A Fancy 

Can she excuse my wrongs 

If my complaints could passions move 

The most sacred queen Elizabeth, her Galliard 

Come again, sweet love doth now invite 

Awake, sweet love 

Mrs Vaux’s Galliard 

In darkness let me dwell 

Flow my tears 



Angela Alesci soprano 

Elisa La Marca liuto 



Proiezione del film A proposito di Davis 



Llewyn Davies canta la sua triste ballata folk, accompagnandosi su un palcoscenico semibuio e il produttore sentenzia “non si fanno soldi con quella roba” . Noi allora proponiamo un tuffo nel passato, per mostrare quanto sia lunga la storia di chi canta un testo accompagnandosi con una chitarra o in questo caso con un più antico liuto. John Dowland (1563-1626) fu un grandissimo compositore dell’epoca elisabettiana, ma fu anche, appunto, liutista e cantante. Lavorò in varie corti, suonando e accompagnandosi (e quindi forse con quella musica guadagnò anche del denaro...), ma molte delle sue songs divennero estremamente note. Una musica meravigliosa che getta ponti che giungono fino all’oggi. 



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Giovedì 3 luglio 

Armonie in quartetto 



Franz Joseph Haydn 

dal Quartetto op. 76 n. 3 in do maggiore , Hob.III:77, “Kaiserquartett” 

Poco adagio. Cantabile 



Pëtr Il’ič Čaikovskij 

Quartetto per archi n. 1 in re maggiore op. 11 

Moderato e semplice - Andante cantabile – 

Scherzo. Allegro non tanto e con fuoco - Finale. Allegro giusto 



Cesare Zanfini , Margherita Miramonti violini 

Susanna Tognella viola 

Fabrizio Scilla violoncello 



Proiezione del film Una fragile armonia 



Protagonista assoluta del film e del concerto è la formazione di quartetto d’archi, la regina della musica da camera europea, l’unica che abbia attraversato tutta la storia della musica e che ne abbia incarnato in ogni epoca le più profonde istanze. Se poi si pensa che andando indietro nei secoli il quartetto vocale è stato il centro della musica del ‘4-500, e che il quartetto d’archi ne è la trasposizione strumentale si coglierà quanto si sia di fronte alla spina dorsale stessa dell’espressione musicale occidentale. 

Appunto per mostrare la capacità di tale formazione di incarnare lo spirito di ogni periodo storico, abbiamo evitato il riferimento diretto a Beethoven e ai suoi ultimi quartetti, come invece fa il film, accostando un movimento da un Quartetto di Franz Joseph Haydn, che in pieno ‘700 con i suoi circa 80 quartetti diede un assetto definitivo a questa formazione, a un lavoro pienamente romantico, o meglio tardo-romantico, il Quartetto n. 1 di Čaikovskij, mostrando così quanto anche il pieno Romanticismo, cui associamo più facilmente la letteratura pianistica, abbia saputo splendidamente utilizzare questa formazione. 



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Venerdì 4 luglio 

Le musiche dei popoli 



Antonín Dvořák 

dal Trio per violino, violoncello e pianoforte op. 90 “Dumky” 

Dumka 1: Lento Maestoso 

Dumka 2: Poco adagio 

Dumka 3: Andante 

Dumka 4: Andante moderato 



Antonín Dvořák 

dal Quintetto per pianoforte, 2 violini, viola, violoncello op. 81 

Dumka: Andante con moto 



Johannes Brahms 

dal Quartetto per pianoforte, violino, viola, violoncello op. 25 

Rondò alla zingarese 



Samuele Bianchi , Carola Zosi violini 

Cesare Zanfini viola 

Claudia Stercal violoncello 

Paolo Gorini pianoforte 



Proiezione del film Crazy heart 



La musica country, come dice il termine stesso, aveva e ha un forte legame con la terra e con il suo popolo, il musicista diviene con essa una specie di “cantore del suo popolo”. 

E allora perché non proporre in concerto alcune delle più significative influenze della musica popolare sulla musica colta nel corso dei secoli? 

Il primo brano proposto, il Trio op.90 del compositore boemo Antonín Dvořák, è soprannominato “Dumky” perché ogni suo movimento è costituito, caso unico, da una “Dumka”. Che cos’è? Si tratta di un canto popolare slavo di origine ucraina (il termine significa “pensiero” oppure “pensieroso”), generalmente di carattere malinconico anche quando diventi danzante. Vari compositori slavi ne furono influenzati nella seconda parte del secolo XIX, ma solo Dvořák costruì con alcune dumke un intero ampio lavoro, cercando nuova linfa nelle radici del suo popolo. 

Il Rondò alla zingarese di Johannes Brahms, ultimo movimento del suo Quartetto op. 25 fa riferimento alla musica degli zingari, da lui conosciuti in Austria e in Ungheria: questo popolo, proveniente dal nord dell’India e ramificatosi poi nei secoli in tutta Europa, ha incessantemente assorbito l’arte e la cultura delle terre via via attraversate, metabolizzandole e trasformandole in una propria, originale espressione. Due modi, quello di Dvořák e quello di Brahms, di far interagire il proprio complesso linguaggio con l’autenticità dell’espressione popolare. 



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Sabato 5 luglio 

In Francia, all’epoca dei Misérables 



A.H.Varlet 

Petit Trio pour trois guitares 

Maestoso - Andante con Variazioni - Allegro 



Antoine de Lhoyer 

Secondo Trio op. 42 

Moderato - Minuetto - Romance - Polonaise 



Angela Alesci , Federica Canta , Simone Rinaldo chitarre 



Proiezione del film Les misérables 



Il famosissimo romanzo di Victor Hugo è stato pubblicato nel 1862, ma la Francia cui si riferisce è quella del periodo 1815-33, la Francia della Restaurazione, quella che chiude i conti con la Rivoluzione e con Napoleone. 

L’ambiente sociale proposto da Hugo è quello delle classi più povere ma non è alla loro musica che si potesse far riferimento. Tutto attorno, però, il clima culturale prevalente in Europa era quello della rimozione delle drammaticità precedenti, della preferenza accordata ad un’arte più leggera ed ornamentale. Non si dimentichi che nella Vienna del dopo Congresso, il drammatico Beethoven viene messo da parte a favore dei primi valzer e della musica fatua di Diabelli. 

I due compositori francesi presentati, Varlet e De Lhoyer, non sono certo particolarmente noti: ma la carriera militare del secondo già è indicativa di una musica che, seppur in odore di primissimo Romanticismo, ben incarna un’atmosfera di salotto borghese o di piccola nobiltà. 

Uno spaccato d’epoca particolarmente interessante proprio per la sua rarità. 



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Domenica 6 luglio 

Elettronica e spazio 



GRAVITY, Frame and Beat Slicing per Network Laptop Orchestra (+A.M.I) 



Niccolò Baldini , Enrico Pietrcola , Matteo Castiglioni , 

Giovanni Ferrazzi , Jacopo Biffi , Guglielmo Prati , Fausto Signorelli ai laptop 

Collaboratore tecnico Filippo Berbenni 



Proiezione del film Gravity 



La situazione e il clima del film Gravity hanno suggerito al corso di Musica elettronica una produzione musicale ad hoc. Riportiamo qui la presentazione fornita dal docente, Giovanni Cospito: “ La tempesta di detriti, che nel film di Alfonso Cuaron causa il vagare nello spazio degli astronauti, è l’esatta metafora musicale dello slicing estremo: il materiale audio e video viene inizialmente frammentato e decostruito in tanti corpuscoli dissociati, per potersi trovare a vagare in uno spazio di infinite costellazioni possibili da sondare ed associare in strutture immaginifiche: nuove a fantastiche costellazioni fra l’Acquarius e la Vulpecula. 

La “Network Laptop Orchestra (+A.M.I)” è un’esperienza di invenzione e produzione musicale elettronica in comune dove ogni musicista interagisce, via wireless network, con ognuno degli altri per creare musica ed immagini.” 



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Lunedì 7 luglio 

Il XX secolo italiano: anni felici? 



Gian Francesco Malipiero 

Concerto per flauto e orchestra 

Allegro – Lento - Moderatamente mosso - Mosso, ma ben ritmato 



Ferruccio Busoni 

Divertimento 



Bruno Bettinelli 

Musica a due per flauto e chitarra 



Bruno Maderna 

Divertimento in due tempi per flauto e pianoforte : 

Andante scorrevole - Allegro 



Alfredo Casella 

Siciliana e Burlesca 



Fabricio Malaquias , Cristina Magli flauto 

Valentina Valente chitarra 

Yoko Kimura , Chiara Sarchini pianoforte 



Proiezione del film Anni felici 



Il film propone uno spaccato sull’Italia di quarant’anni fa, quella della prima metà degli anni ‘70. Noi abbiamo allargato il nostro obiettivo musicale a buona parte del XX secolo italiano e ad atteggiamenti stilistici assai differenti, guardando attraverso lo spiraglio ristretto della produzione per flauto e pianoforte. Ferruccio Busoni, figura cosmopolita a cavallo tra ‘800 e ‘900, è il più lontano dal periodo affrontato dal film, ma la sua aspirazione alla modernità, pur attenuata da un forte senso della classicità, ce lo avvicina di molto. Il resto del programma va dagli atteggiamenti neoclassici di Malipiero (il cui Concerto per flauto e orchestra sfiora gli anni ‘70, essendo stato composto nel 1968) e Casella, alle due figure che davvero hanno toccato o attraversato gli anni ‘70, Bruno Maderna, grande esponente delle Avanguardie, morto prematuramente nel 1973 (il suo Divertimento data 1953), e Bruno Bettinelli, morto più che novantenne nel 2004, che invece alle estreme modernità delle avanguardie ha sempre opposto una certa resistenza ( Musica a due è del 1982). 

Come si vede si tratta di una riflessione assai articolata sulla musica e sulla cultura italiana di un secolo ricco e controverso come il XX. 



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Giovedì 10 luglio 

Tanghi e non solo 



Filippo Manini 

Tango y fuga y coral 



Heikki Valpola 

Marilina 

Preludio - Energico - Teneramente - Misterioso con brio 



Improvvisazioni su tanghi e milonghe tradizionali argentini 



Martina Milzoni contrabbasso 

Francesco Moretti fisarmonica 

Grana Dikanovič pianoforte 



Proiezione del film Tango libre 



Questa sera un concerto un po’ particolare, che vuol essere anche un po’ la vetrina di una delle nostre attività più importanti, cioè quel progetto Erasmus che permette di inviare all’estero alcuni dei nostri migliori allievi e di ospitarne altrettanti provenienti dai Conservatori europei. 

Il fisarmonicista Francesco Moretti è stato in Erasmus a Stoccolma ed è ritornato per sostenere un esame con i brani cameristici studiati nella capitale svedese assieme ad alcuni studenti locali: qui ne verrà proposto uno, Marilina di Heikki Valpola. 

Ma per il resto, il programma si compone di un molteplice riferimento al tango, con un brano e varie improvvisazioni, in omaggio al film di Frédéric Fontayne: in questo modo si unisce l’Europa sotto il segno di una danza affascinante. Peraltro il film non è affatto argentino, ma franco-belga-lussemburghese. 



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Venerdì 11 luglio 

Animali in musica 



Franz Schubert 

Quintetto per pianoforte in la maggiore D. 667 “Die Forelle” (“La trota”) 

Allegro vivace – Andante - Scherzo.Presto – 

Andantino.Allegretto - Allegro giusto 



Marcello Miramonti violino 

Cesare Zanfini viola 

Ingrid Ruko violoncello 

Vito Galante contrabbasso 

Ma ría Dolores Gaitán Sanchez pianoforte 



Proiezione del film Belle & Sebastien 



Il legame tra il concerto e il film è più sottile di quanto si creda. Il film, infatti, è basato sui molteplici rapporti possibili tra uomo e animale, a volta di minaccia e violenza, altre volte di complicità e amore. Ma la tendenza alla prevaricazione prevale (anche tra uomo e uomo, comunque). Il Quintetto per pianoforte e archi D667 in la maggiore di Franz Schubert, scritto nel 1819 a 22 anni di età, è soprannominato della trota perché il suo quarto e penultimo movimento è costituito da una serie di variazioni sopra l’omonimo Lied dello stesso Schubert ( Die Forelle ). 

Il tema di tale Lied è scanzonato, leggero e quasi “fischiettato”; eppure il testo è piuttosto sinistro e tale carattere viene accentuato proprio dal contrasto con la musica. Vi si parla infatti di un pescatore che vede nel ruscello una bella trota e non riesce a prenderla perché essa non abbocca. Allora, subdolamente e scorrettamente, il pescatore agita le acque intorbidendole. La trota, nuotando alla cieca, incappa nell’amo e abbocca. Ma quasi cinicamente, la musica rimane sorridente, quasi dicesse “così va la vita!”. 



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Sabato 12 luglio 

Jazz, anni ‘50 ed oltre 



Very Early (Bill Evans) 

Fee Fi Fo Fum (Wayne Shorter) 

Pannonica (Thelonius Monk) 

Untitled (Giovanni Agosti) 

Show Type Tune (Bill Evans) 

Melancholia (Duke Ellington) 

Time after time (Jule Styne) 



Jazz for two 

Nicolò Ricci sax tenore 

Giovanni Agosti pianoforte 



Proiezione del film The butler 



Ecco la presentazione che di questo concerto fa Tino Tracanna, docente di musica jazz del nostro Conservatorio: 

“Due nuovi magnifici talenti del jazz milanese si sfidano interpretando i grandi capolavori del jazz nell’acrobatica formula del duo. Fare a meno di una solida base ritmica composta da contrabbasso e batteria è una bella sfida per due musicisti che improvvisano su strutture ben definite e spesso notevolmente complesse, ma nello stesso tempo conferisce una libertà ed un’astrazione veramente stimolanti. Vengono in mente i fuoriclasse Stan Getz e Kenny Barron o più recentemente Joe Lovano e Hank Jones, ma, nonostante siano molto giovani, Nicolò Ricci e Giovanni Agosti si cimentano con grande sicurezza e creatività in questa difficile performance che costringe i musicisti ai limiti delle proprie possibilità.” 



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Lunedì 14 luglio 

Musica per lavorare e danzare 



Ferenc Farkas 

Antiche danze del XVII secolo 



Béla Bartók 

Danze rumene 

(trascrizione di Stefano Rossi) 



Procol Harum 

Salty dog 

(trascrizione di Sergio Delmastro) 



Malcolm Arnold 

Three shanties 



Denes Agay 

Cinque danze facili 



Elliott quintet 

Carlotta Petri flauto 

Stefano Rossi oboe 

Gaia Castiglioni clarinetto 

Andrea Brunati corno 

Luca Barchi fagotto 



Proiezione del film Sugar man 



Sixto Rodriguez, il cantautore protagonista del film, nelle sue canzoni sempre molto ritmiche (il padre era comunque messicano...) tratta spesso temi sociali e i suoi testi sono sovente una dura denuncia del mondo del lavoro. Dall’alternanza delle tematiche del ritmo e del canto di lavoro, nasce il programma di stasera. Da una parte infatti abbiamo le splendide Danze rumene di Béla Bartók, le Cinque danze facili dell’ungherese Denes Agay e una trascrizione di danze ungheresi del XVII secolo, musica quindi che affonda le sue radici nelle tradizioni popolari mostrandone l’eterna attitudine al ritmo e al ballo. Dall’altra parte abbiamo i Three Shanties di Malcolm Arnold e una trascrizione di una canzone inglese del 1969. 

Cosa c’entrano questi brani con il mondo del lavoro? Gli shanties sono canti da lavoro marinaro: nacquero sui grandi vascelli americani all’epoca della guerra civile, e accompagnavano le fatiche di bordo. Il testo di A salty dog, nota canzone del gruppo inglese Procol Harum, è una sorta di ballata di mare e narra delle drammatiche condizioni dei marinai: poiché si tratta in fondo di una canzone rock, essa chiude il cerchio dei riferimenti di questo concerto. 



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Martedì 15 luglio 

Il compositore e la malattia 



Franz Schubert 

Sonata in do minore D958 

Allegro – Adagio - Menuetto e trio - Allegro 



Miriam Rigamonti pianoforte 



Proiezione del film Dallas buyers club 



È piuttosto facile leggere un’analogia tra il virus HIV del XX e XXI secolo e la sifilide del XIX. Franz Schubert contrasse la sifilide nel 1823, quando aveva 26 anni di età: la malattia lo condusse alla morte cinque anni più tardi, nel 1828. In quei cinque anni la musica del compositore viennese cambiò di segno, talune inflessioni di leggerezza quasi mozartiana via via scomparvero, riemergendo qua e là nella forma di un emozionante vagheggiamento di innocenza, di candore, mentre si aprirono al compositore le regioni dell’espressione assoluta, gli abissi della profondità, della nostalgia, del dolore. La netta maggior parte della musica che rende grande e unico Franz Schubert è stata scritta in quei cinque anni, in una quantità quasi incredibile, per nulla intaccata dal procedere della malattia, anzi, quasi da essa incalzata. 

Si pensi alle ultime sinfonie, tra cui l’ Incompiuta, agli ultimi quartetti, ai trii con pianoforte, agli inarrivabili cicli di Lieder come la Winterreise , il desolato viaggio d’inverno. 

Nel settembre del 1828, due mesi prima di morire, Schubert compose (e si noti l’incomprensibile velocità di scrittura) quattro capolavori, il Quintetto in do e tre grandi sonate per pianoforte, una sorta di testamento pianistico. La bellezza della Sonata in do minore, una di esse, non richiede ulteriori commenti. 



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Mercoledì 16 luglio 

Quattro! 



Ludwig van Beethoven 

Quartetto op. 18 n. 1 in fa maggiore 

Allegro con brio - Adagio affettuoso e appassionato - 

Scherzo.Allegro molto - Allegro 



Samuel Barber 

Adagio per archi op. 11 



A lessio Cavalazzi , Luca Rapazzini violini 

Tamara Auer viola 

Matteo Vercelloni violoncello 



Proiezione del film Quartet 



Poiché il punto di partenza del film è la ricostituzione di un grande quartetto vocale in una casa di riposo per musicisti al momento dell’arrivo dell’ultimo di loro, non abbiamo voluto giocare, nella nostra caccia alle relazioni tra concerto e film abbinato, sulla vocalità, ma proprio sul magico numero quattro, e quindi, ancora una volta, sul quartetto d’archi. 

In omaggio al fatto che Quartet costituì l’esordio nella regia del grande attore statunitense Dustin Hoffmann, ci è sembrato giusto l’inserimento in programma di un brano americano, noto, forse un po’ troppo d’effetto ma sempre amato, cioè l’ Adagio op. 11 per archi di Samuel Barber. A fianco di esso un brano in qualche modo un po’ simbolico: il Quartetto in fa maggiore op.18 n.1 di Ludwig van Beethoven, composto nel 1798, costituisce la prima pietra di quella straordinaria “cattedrale musicale” che è costituita dal corpus dei 15 Quartetti beethoveniani. Un altro modo di rendere omaggio al numero quattro. 



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Giovedì 17 luglio 

Ritmi americani 



Steve Reich 

Piano Phase per due marimbe 



Casey Cangelosi 

Theatric No 6 per setup: bongos, tom tom, grancassa 



Karlheinz Stockhausen 

Tierkreis per vibrafono, marimba, glockenpiel, xilofono 



Marta Soggetti , Matteo Savio percussioni 



Proiezione del film The wolf of Wall Street 



L’ossessione del guadagno, la divinizzazione del denaro, unico scopo del vivere, il ritmo veloce e ossessivo di uno stile di vita folle: non che si voglia identificare gli Stati Uniti con tutto ciò, ma... poiché nel titolo stesso compare Wall Street, un concerto basato sulle percussioni e per due terzi su musica statunitense è sembrato particolarmente adatto. 

Ad essere ancor più adatti, a dire il vero, sono i ritmi ossessivi fino al parossismo, ed anche virtuosistici di Steve Reich e di Casey Cangelosi: la ripetitività e le lente trasformazioni ne sono la base, soprattutto in Reich. Il minimalismo americano disegna le sue geometrie, i suoi frattali sonori, e il protagonista assoluto è l’implacabile procedere del meccanismo. 

Con una certa maliziosità completa il programma Tierkreis di Karlheinz Stockhausen: al di là della sua grande statura musicale, Stockhausen non era certo alieno da una notevole attenzione al denaro! Tierkreis ( Zodiaco ) è un seguito di dodici melodie (dodici come i segni zodiacali) che possono essere lette in molti modi dagli strumenti a percussione, generando un’infinita serie di versioni possibili. 



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Venerdì 18 luglio 

Il viaggio 



Franz Scubert 

da Winterreise : 

Gute Nacht 

Die Wetterfahne 

Erstarrung 

Der Lindenbaum 

Auf dem Flusse 

Frühlingstraum 

Die Krähe 

Im Dorfe 

Der stürmische Morgen 

Der Wegweiser 

Das Wirtshaus 

Der Leiermann 



Niccolò Scaccabarozzi baritono 

Andrea Zani pianoforte 



Proiezione del film Nebraska 



L’infinito viaggiare è il titolo di uno splendido libro di Claudio Magris: ogni luogo visitato diviene in realtà un luogo dello spirito. Il viaggio è da sempre la metafora migliore di ogni percorso interiore: Ulisse come Dante, Elia nel deserto come Sinbad il marinaio... ogni vero viaggio è un’avventura da cui si esce profondamente mutati: così succede a Woody Grant e al figlio David in Nebraska. Non vi era brano meglio accostabile del più sconvolgente viaggio della storia della musica: il ciclo di Lieder della Winterreise ( Viaggio d’inverno ) di Franz Schubert. 

Scritti nel 1827, un anno prima della morte, i 24 Lieder che lo compongono (24 come i Preludi e fuga del Clavicembalo ben temperato di Bach) si avvalgono dei bei testi del poeta minore Wilhelm Müller: il viandante, il Wanderer del Romanticismo, lascia di soppiatto il villaggio dove vive colei che l’ha lasciato, e, di notte, nel freddo dell’inverno, parte per chissà dove, solo, scacciato anche dall’abbaiare dei cani. Non una consolazione, non una speranza: il buio assoluto. 

Eppure una salvezza c’è, ed è la bellezza stessa del canto, del melos , una bellezza inarrivabile e struggente che lascia traccia imperitura in qualsiasi ascoltatore. 

Della Winterreise , per motivi di durata, viene questa sera proposta una selezione di 12 Lieder . 



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Sabato 19 luglio 

Arti al quadrato 



Antoine Forqueray 

Pièces de viole mises en pièces de clavecin 

(Paris, 1747) 



Première Suite 

Allemande. La Laborde - La Forqueray - La Cottin 

La Bellmont - La Portugaise - La Couperin 



Laura Motta clavicembalo 



Georg Philipp Telemann 

Introduzzione a tre in do maggiore da Der Getreue Musikmeister 

Grave - Vivace - Andante - Xantippe - 

Lucretia, Largo - Corinna - Clelia, Spiritoso - 

Dido, Triste, Disperato 



Eleonora Bicevic flauto dolce 

Joanna Piszczorowicz violino barocco 

Cecilia Medi fagotto barocco 

Kana Futagami clavicembalo 



Proiezione del film Monuments men 



Talvolta un’arte, la musica in particolare, desidera uscire dal cerchio della propria astrazione e riferirsi ad una sorella, oppure anche a se stessa, divenendo appunto “arte al quadrato”. 

Per spiegarsi meglio: Monuments men è un’opera d’arte “dell’immagine” che si riferisce ad una sua analoga, cioé alla pittura. Così nel film un piccolo gruppo di uomini mette a repentaglio la propria vita per “salvare” grandi opere pittoriche del passato dalle folli mire hitleriane. 

Il concerto aveva innanzitutto l’obbligo di proporre brani antichi quanto le tele riguadagnate al mondo europeo: ecco quindi sul palcoscenico un clavicembalo. 

Inoltre i brani proposti hanno un riferimento preciso alla propria stessa arte e ad un musicista, mascherato a volte da nomi fantasiosi. Ecco dunque nella Première Suite di Jean Baptiste Forqueray susseguirsi brani dai titoli misteriosi (nomi di donne?) due dei quali sono però del tutto decodificabili: La Forqueray e La Couperin. 

Evidentemente si tratta di due ritratti nascosti, l’uno del compositore Antoine Forqueray, padre del Nostro, arcinoto violista da gamba e compositore di corte, e l’altra di François Couperin, molto conosciuto a corte come strumentista e compositore. 



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Domenica 20 luglio 

Suoni in esilio 



Mario Castelnuovo-Tedesco: 

Aranci in fiore op. 84a 



Mario Castelnuovo-Tedesco: 

da Caprichos de Goya op.195 

I. Francisco Goya y lucientes, pintor 

XXIV. Sueno de la mentira y incostancia 



Ernst Krenek 

Suite 



Mario Castelnuovo-Tedesco: 

Sonata op. 77 “Omaggio a Boccherini” 

Allegro con spirito - Andantino, quasi canzone - 

Tempo di minuetto - Presto con fuoco 



Francesco Mariotti chitarra 



Proiezione del film Storia di una ladra di libri 



Per comprendere il legame del concerto con il film di questa sera, non bisogna tanto guardare i brani in programma, bensì i nomi dei compositori. 

Sia Mario Castelnuovo-Tedesco sia Ernst Krenek furono infatti costretti, tra il 1938 e il 1939, rispettivamente dal fascismo e dal nazismo, a lasciare la propria patria e la propria attività per emigrare frettolosamente negli Stati Uniti o a causa della propria appartenenza ebraica, o, nel caso di Krenek, perché la sua musica era stata bollata dal ridicolo termine di “arte degenerata” ed esclusa da ogni tipo di circolazione. Va ricordato che Krenek venne ritenuto un “compositore ebreo” dal nazismo pur senza esserlo: era sufficiente aver composto musica sgradita al regime. 

Naturalmente avremmo potuto essere anche più “pesanti” nel proporre la musica di compositori perseguitati, poiché lo Spazio della Memoria del Conservatorio di Milano possiede le opere di molti musicisti di valore morti in campi di concentramento. 

Ma senza arrivare a questo, il semplice fatto di dover lasciare tutto e partire è evidentemente una grave forma di persecuzione, soprattutto considerando che sia Castelnuovo-Tedesco sia Krenek erano compositori di notevole successo, in patria. 

Fortunatamente entrambi ebbero un’ottima accoglienza negli Stati Uniti e poterono ben continuare la propria attività e la propria carriera. 



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Lunedì 21 luglio 

Madre e Figlio 



Paul Hindemith 

da Das Marienleben op. 27: 

1. Geburt Mariä 

3. Mariä Verkündigung 

5. Argwohn Josephs 

7. Geburt Christi 

9. Von der Hochzeit zu Kana 

11. Pietà 

12. Stillung Mariä mit dem Auferstandenen 



Yuzuko Sudo soprano 

Nari Kim pianoforte 



Proiezione del film Philomena 



Philomena non si dà pace e, serenamente ma implacabilmente, ricostruisce la storia del figlio sottrattole. Nella storia vi fu un’altra Madre che perse il Figlio crudelmente e nessun altro testo poetico quanto il ciclo Marienleben di Rainer Maria Rilke può mostrarci altrettante analogie tra le due madri. Rilke, profondamente spirituale ma non cattolico, rilegge la vita di Cristo dagli occhi di Maria, di una donna che deve assistere al sacrificio predestinato del figlio: “Oh, se questo volevi, non avresti dovuto nascere da corpo di donna: i redentori dovrebbero cavarsi dai monti, dove durezza con durezza si rompe”. La Maria di Rilke ritiene eccessivo il dolore richiestole. E se alla fine ci sarà catarsi ( Morte di Maria I, II, III), questa non avverrà per grazia divina ma, come per tutte le figure femminili di Rilke, sarà il punto d’arrivo di un lungo cammino di rassegnazione che trasforma misticamente l’amore per un uomo in una compassione, questa sì, universale. Il ciclo è del 1912: Hindemith ne rimane immediatamente colpito e il suo ciclo di Lieder compare già nel 1922/23. La sua musica, per una volta, rinuncia a certi graffi ironici, a certe durezze polifoniche e cerca stabilità, pur nella presenza di un forte cromatismo tonale. 



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Martedì 22 luglio 

Vienna all’epoca di Freud 



G ustav Mahler 

Ich atmet‘ einen Linden Duft da Rückert Lieder 



Alban Berg 

Im zimmer da 7 Frühe L ieder 



Anton Webern 

Der tag ist vergangen e Gleich und Gleich da Vier lieder op. 12 

Drei Lieder op. 25 



Richard Strauss 

Die nacht op. 10 n. 3 

Morgen op. 27 n. 4 

Ich wollt ein Sträußen binden op. 68 n. 2 

Wiegenlied op. 41 n. 1 



Arnold Schönberg 

In diesen Wintertagen op. 14 



Alban Berg 

Schliesse mir die Augen beide (2^ versione) 



Gustav Mahler 

Ablösung im Sommer da Des Knaben Wunderhorn 

Wer hat dies Liedlein erdacht? da Des Knaben Wunderhorn 



Elisabet Einarsdottir soprano 

Giuliano Guidone pianoforte 



Proiezione del film Tutta colpa di Freud 



Con un po’ di ironia, la stessa che pervade il film, questa sera abbiamo giocato sul titolo della pellicola proiettata e sul suo riferimento a Freud. Freud ci riconduce alla Vienna d’inizio ‘900 e quindi anche alla sua straordinaria musica. 

Ad eccezione del bavarese Richard Strauss, gli altri autori proposti sono tutti nati a Vienna o comunque in Austria e hanno agito e composto negli anni in cui “alla porta a fianco” vi era il Dottor Freud. Gustav Mahler costituisce l’anello di congiunzione con la grande tradizione viennese. In lui ben si sentono le lontane radici schubertiane, il senso di nostalgia, il vagheggiamento dell’innocenza, nell’amara consapevolezza che essa sia definitivamente perduta. 

Schönberg e poi gli allievi Berg e Webern partono da una matrice tardoromantica, ma via via forzano i limiti tonali e si ritrovano in quell’area non più tonale e non ancora dodecafonica in cui il comporre ha perduto ogni vero codice linguistico e si propone come Urschrei , come espressione diretta della psiche: è evidente quanto di Freud aleggi, in questo atteggiamento. 

Filo conduttore di questo percorso musicale fondamentale per tutto il XX secolo è però qualcosa di viennese sì, ma di antico, quella forma del Lied che costituì l’espressione più naturale proprio per Schubert, quasi un secolo prima. 



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Mercoledì 23 luglio 

Tenerezza 



Johannes Brahms 

Sonata per violino e pianoforte in la maggiore op. 100 n. 2 

Allegro amabile - 

Andante tranquillo.Vivace.Andante.Vivace di più.Andante vivace - 

Allegretto grazioso quasi andante 



Ludwig van Beethoven 

Sonata per violino e pianoforte in re maggiore op. 12 n. 1 

Allegro con brio - Tema con variazioni.Andante con moto – Rondò.Allegro 



Giacomo Orlandi violino 

Beatrice Orlandi pianoforte 



Proiezione del film L’arte della felicità 



La musica da camera ha già in sé una dimensione raccolta, intima, molto adatta all’accostamento con il malinconico percorso del protagonista del film. Il suono del violino compie un ulteriore passo nella stessa direzione e le due Sonate proposte concludono l’opera. 

Due visioni della tenerezza sono racchiuse in esse, l’una quella fresca del mattino e l’altra quella nostalgica della sera. La Sonata op. 12 n. 1 apre il grande ciclo delle 10 Sonate beethoveniane, che raggiungeranno il loro culmine di drammaticità nella Sonata a Kreutzer op. 47; essa invece ci propone tinte tenui ancora settecentesche (è peraltro stata composta nel 1798, da un Beethoven ancora quasi esordiente), soprattutto nel meraviglioso Tema con variazioni centrale. La Sonata op. 100 di Johannes Brahms è stata scritta quasi novant’anni dopo, nel 1886, da un compositore ormai giunto alla maturità e che intuisce che la grande parabola del sonatismo classico-romantico sta esaurendosi. Le agogiche dei tre movimenti (Allegro amabile - Andante tranquillo - Allegretto grazioso) già ci dicono di un carattere generale di ripiegamento nell’intimità, di riflessività malinconica. 



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Giovedì 24 luglio 

Jazz per Woody 



Resolution (John Coltrane) 

Nefertiti (Wayne Shorter) 

Joshua (Victor Feldman) 

Inspirasioni (Gianluca Elia) 

Haga (Gianluca Elia) 

Lionel (Riccardo Chiaberta) 

Brano (Marco Rottoli) 

Il Sosia (Lorenzo Blardone) 

La Nemesi (Lorenzo Blardone) 



Lorenzo Blardone Quartet 

Gianluca Elia sax tenore 

Lorenzo Blardone pianoforte 

Marco Rottoli contrabbasso 

Riccardo Chiaberta batteria 



Proiezione del film Blue Jasmine 



Come per il concerto jazz del 12 luglio, anche questa volta ecco la presentazione di Tino Tracanna, docente di Musica Jazz al Conservatorio “G.Verdi”: “Quattro giovani straordinari talenti interpretano alcune tra le più belle pagine del jazz nel più noto degli organici jazz. Il quartetto sax tenore, pianoforte, contrabbasso, batteria è infatti uno dei più classici organici della storia del jazz moderno. Il mitico quartetto di Coltrane ci ha regalato alcune delle pagine più belle della storia di questa musica ma si potrebbero fare molti altri esempi. Il quartetto di Lorenzo Blardone si cimenta ancora una volta con alcuni classici del jazz sganciandosi però da riferimenti stilistici specifici e viaggiando attraverso tutta la storia del jazz, grazie al funambolico sax di Gianluca Elia e la solida e creativa ritmica di Marco Rottoli e Riccardo Chiaberta.” 



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Venerdì 25 luglio 

Suoni e sogno 



Johannes Brahms 

Sonata op. 78 in sol maggiore 

Vivace ma non troppo - Adagio - Allegro molto moderato 



Claude Debussy 

Sonata in sol minore 

Allegro vivo- Intermède.Fantasque et léger – Finale.Très animé 



Federico Ceppetelli violino 

Andrea Napoleoni pianoforte 



Proiezione del film I sogni segreti di Walter Mitty 



Un altro duo violino e pianoforte, e con un’altra Sonata di Brahms in programma, la prima, forse la più bella e comunque la più nota, ci conduce ad un’altra riflessione, che prende ancora una volta spunto dal titolo del film, che contiene la parola “sogni”. 

Le date di composizione delle due Sonate proposte questa sera non sono poi così distanti tra loro: 1878 per Brahms e 1916 per Debussy. Eppure, in mezzo, il mondo è cambiato. 

Il tipo di espressività dei due brani è difatti completamente diverso: pienamente romantico quello brahmsiano, con un tematismo ampio e struggente, sebbene già pervaso di nostalgia decadente, evocativo e sfumato quello di Debussy. Due modi di sognare e di far sognare: quello di Brahms, al di là di una segreta enorme complessità compositiva appena intuibile all’ascolto, viene dal grande Idealismo romantico, di Hoelderlin, Novalis, Eichendorff. Quello di Debussy, un Debussy già malato e giunto agli ultimi due anni di vita, che ha rinunciato alle fascinosità de La mer per rivolgersi ad una musica più asciutta e astratta, è filtrato dalle raffinate indagini poetiche sulla psiche di Marcel Proust. 



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Sabato 26 luglio 

Enigmi e inganni 



Georg Philipp Telemann 

Fantasie XI per flauto traverso senza basso 

Allegro - Adagio - Vivace - Allegro 



Johann Sebastian Bach 

da Musikalisches Opfer BWV 1079: 

Quaerendo Invenietis 

Canone a 2 e Canone a 4 



Antonio Vivaldi 

Concerto in do minore RV 199 “Il Sospetto” 

Allegro - Andante - Allegro 



Makoto Shinohara 

Fragmente 



Henry Purcell 

They tell us that you mighty powers above da The Indian Queen 



Arcangelo Corelli 

Sonata in re minore op. 5 n. 12 “La Follia” 



Eleonora Biscevic traversiere e flauto dolce 

Thomas Chigioni violoncello barocco 

Kana Futagami clavicembalo 



Proiezione del film American hustle - L’apparenza inganna 



Il programma di questa sera offre differenti motivi d’interesse. 

Innanzitutto la flautista utilizzerà strumenti propri della musica antica, cioè il flauto traversiere e il flauto a becco o dolce, entrambi di legno. In secondo luogo, sono stati trovati mille sottili legami rispetto al sottotitolo del film di questa sera ( L’apparenza inganna ). 

Primo legame: lo stesso strumento antico che eseguirà la musica del ‘700 di Telemann sarà poi utilizzato per un brano contemporaneo, quello di Shinohara (timbro antico per note contemporanee). 

Poi verranno eseguiti due canoni enigmatici di Bach, che riportano l’indicazione quaerendo invenietis (cercando troverete). Che cos’è un canone enigmatico? L’autore dichiara che si tratta di un brano a due voci , e che si tratta di un canone (cioè l’inseguirsi e il sovrapporsi della stessa melodia eseguita da due strumenti “in ritardo” l’uno sull’altro), ma ne scrive una sola: sta all’esecutore capire quando la seconda linea deve iniziare e in che modo vada letta affinché la sovrapposizione funzioni bene. 

Un altro inganno è suonare un brano di un autore europeo, Purcell, che allude all’esotico ( The Indian Queen ). 

Infine i due brani di Vivaldi e Corelli portano titoli assai significativi, rispetto all’argomento in gioco: Il sospetto e La follia. 



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Domenica 27 luglio 

Differenti ironie 



Wolfgang Amadeus Mozart 

Sonata in do maggiore KV293c(303) 

Adagio - Molto allegro - Tempo di menuetto 



Jules Massenet 

Meditation da Thaïs 



Pablo de Sarasate 

Carmen Fantasy op. 25 

Introduction – Moderato - Lento assai - Allegro moderato - Moderato 



Fritz Kreisler 

Tambourin Chinois op. 3 



Nikolaj Rimsky-Korsakov – Heifetz 

The Bumble-Bee 



Xiaoqing Yu violino 

Eleonora Barlassina pianoforte 



Proiezione del film Sot to una buona stella 



Un buon modo di accostare musica alla comicità di Carlo Verdone è quella di chiedere all’interprete di proporre un repertorio in cui l’ironia abbia una parte importante. 

Nello stile mozartiano, vi sono assai di frequente momenti in cui la leggerezza, lo scherzo, il gioco prendono il sopravvento: la sua capacità di “non prendersi troppo sul serio” è ancora più straordinaria in quanto poi, improvvisamente, vengono aperte “finestre espressive” di infinità profondità. La famosa Meditation dalla Thaïs di Massenet non è certo un brano ironico, ma la sua espressività è così ostentata ed esplicita (e nell’opera questo tema ricorre anche troppe volte...) che un pizzico d’ironia nell’ascolto non guasta, ad evitare troppo facili commozioni. 

Per quanto riguarda l’arcinoto Volo del calabrone di Rimsky-Korsakov non vi è bisogno di sottolineare che far ronzare un violino è di per sé un atteggiamento sorridente, quanto quello di Kreisler che a proposito del suo Tambourin chinois dichiarò “Non esito a dirti che mi sono molto divertito nel comporre Tambourin chinois . L’idea mi venne dopo una visita al Teatro cinese di San Francisco. Non che quella musica mi abbia suggerito precisamente un tema; ma essa mi ha dato la spinta a scrivere una Fantasia alla maniera cinese.” 



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Lunedì 28 luglio 

Sax e America 



Paul Bonneau 

Pièce concertante 



Paula Creston 

Sonata op. 19 



Pedro Iturralde 

Pequena Czarda 



Francesco Ronzio saxofono 

Daniele Bonini pianoforte 



Proiezione del film Bling ring 



Il sax è uno strumento del tutto europeo ma il suo stesso timbro, che ci conduce fatalmente al jazz, ci ricollega agli Stati Uniti, terra cui è molto legato il film proposto. 

I brani di Paul Bonneau, un compositore francese nato nel 1918 e morto nel 1995 che si è mosso tra operetta e musica da film, e di Pedro Iturralde, un saxofonista spagnolo oggi più che ottantenne che fece importanti tournées con musicisti quali Gerry Mulligan e Lee Konitz, fanno da cornice all’eseguitissima Sonata op. 19 dell’americano Paul Creston. 

La storia di quest’ultimo vale qualche riga di presentazione: il suo vero nome era... Giuseppe Guttoveggio; nacque a New York nel 1906 e come molti figli di immigrati americanizzò la propria identità. Con pieno pragmatismo americano, lavorò in banca e in assicurazione, ma questo non gli impedì un’abbondante produzione musicale, cui si dedicava nelle ore notturne... 



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Martedì 29 luglio 

Musica di confine 



Pedro I turralde 

Suite hellénique 



George Gershwin 

Tre Preludi 



Jean Françaix 

Petit Quatuor 



Jean Cras 

Danse 



Quartetto di saxofoni 

Ronzio Francesco , Mattia Quirico , 

Mauro Donadini , Kasjusz Lipkowski 



Proiezione del film Zoran, il mio nipote scemo 



L’ambientazione “di confine” di un film in cui si intrecciano elementi friulani e sloveni, ci ha dato lo spunto per un’escursione in un repertorio “di confine”, attraverso l’organico di quartetto di saxofoni. 

“Di confine” tra cosa? Tra molte cose: tra musica popolare e musica colta, tra inflessioni jazzistiche e accademia francese, tra influssi etnici e volute classicità. 

Si guardi il programma: il grande George Gerswhin scrisse Tre preludi per pianoforte, qui trascritti per saxofoni, inseguendo un modello classico, ma con molte influenze jazzistiche; il saxofonista jazz spagnolo Pedro Iturralde scrive una Suite... Hellénique ; Jean Françaix vive in pieno ‘900 ma il suo Petit Quatuor è pienamente neoclassico, laddove Jean Cras, bretone a cavallo tra ‘8-900, fa di mestiere l’ufficiale di marina, viaggia in tutto il mondo ma compone moltissima musica, e con molti influssi geografici. 



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Mercoledì 30 luglio 

Lo stesso Concerto! 



Pablo de Sarasate 

Zigeunerweisen op. 20 n. 1 

Moderato- Lento- Un poco più lento - Allegro molto vivace 



Pëtr Il’ič Čaikovskij 

Allegro moderato 

dal Concerto per violino e orchestra op. 35 in re maggiore 



Giorgio Colombo Taccani 

Alastor per violino solo (2013) 



Francesca Bonaita violino 

Roberta Sala pianoforte 



Proiezione del film Il concerto 



La tentazione è stata troppo forte: tutto il film ruota intorno a un’esecuzione rocambolesca del Concerto per violino e orchestra op. 35 di Čaikovskij... perché non proporne un’esecuzione dal vivo almeno del primo, ampio movimento, seppur ovviamente in versione per violino e pianoforte? Di questo notissimo concerto vale la pena di ricordare la storia: venne composto nel 1878 con la collaborazione di un violinista, Josif Kotik, che poi si rifiutò di interpretarlo per la sua difficoltà; il grande violinista Leopold Auer lo giudicò ineseguibile, e quando poi finalmente nel 1881 venne eseguito, esso venne stroncato dal grande critico Eduard Hanslick: le opere di Čaikovskij “si distinguono per la loro incoerenza, completa mancanza di gusto, rozzezza e barbarie. Per ciò che riguarda il Concerto per violino il suo inizio non è male, ma più si va avanti, peggio è. Alla fine del primo movimento - egli sostiene - il violino non suona, bensì raglia, stride, ruggisce. Anche l’Andante inizia felicemente, ma ben presto si trasforma nella descrizione di una qualche festa russa selvaggia dove sono tutti ubriachi e hanno volti triviali, disgustosi. Ascoltando la musica di Čajkovskij mi è venuto in mente che esiste “musica puzzolente”“. In questo modo viene presa spesso la musica “contemporanea”: oggi questo concerto è uno dei più amati dal pubblico... 

Quindi si ascolti con attenzione Alastor per violino solo, del compositore milanese Giorgio Colombo Taccani. 

L’altro brano in programma, Zigeunerweisen di Pablo de Sarasate, è un omaggio alla presenza nel film di un grande violinista gitano. 



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Giovedì 31 luglio 

Bernstein, Gershwin, Ellington&C... 



G.eorge Gershwin 

Rapsodia in blue 

Bess is my woman 

Summertime 



Leonard Bernstein 

Maria e Tonight da West side story 



Davide Zannoni 

Old Penn station e Jefferson Market Courthouse da Manhattan Suite 



Bill Evans 

Valse for Ellein 



Duo Miroirs 

Antonello D’Onofrio , Claudio Luigi Soviero pianoforte a 4 mani 



Proiezione del film Saving Mr. Banks 



L’immagine dei grandi compositori di musica per film Robert e Richard Sherman, che con la loro musica cercano di convincere la riottosa scrittrice Pamela Lyndon Travers ad accettare la versione cinematografica di Mary Poppins , ci ha condotto a un interessantissimo programma per pianoforte a quattro mani basato su musiche di grandi compositori americani, che siano stati nel contempo importanti pianisti e che abbiano frequentato generi differenti. 

Due notissime pagine di Gerswhin, al di là della Rapsodia in blue, provengono dalla sua unica opera, Porgy and Bess , che seppe fondere elementi fortemente americani con l’impostazione europea del melodramma. 

La figura di Leonard Bernstein non richiede presentazioni, ma è sempre utile ricordare che egli, una delle più grandi figure musicali del secondo ‘900, fu nel contempo pianista formidabile, direttore d’orchestra tra i più grandi e inarrivabile divulgatore, e che come compositore i suoi lavori più “classici” non toccano forse il livello del suo musical West side story. 

Infine Bill Evans è stato certamente uno dei più originali pianisti della storia del jazz. 



ARIANTEO - Conservatorio 





Informazioni 



Tutti i concerti si terranno alle ore 20.30 in Sala Puccini 

Le proiezioni avranno inizio alle ore 21.30 , sempre in Sala Puccini 



Alle ore 20.00 aperitivo nel Chiostro 

grazie a: 

La Raia – Panificio Grazioli – Pejo Fonte Alpina – Fondazione Minoprio 



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Biglietteria 



Apertura ore 19.45 



Biglietto di ingresso per aperitivo e concerto euro 6.00 

Biglietto di ingresso per aperitivo, concerto e film euro 8.00 

Biglietto di ingresso solo film euro 6.50 



Riduzione over 65 (da lunedì a venerdì) euro 5.00 

Riduzione Amici del Cinema (tutti i giorni) euro 4.50 

Tessera abbonamento a 10 spettacoli euro 38.00 









Altri appuntamenti in Conservatorio 



Venerdì 4 luglio 

Sala Puccini, ore 18.30 



Walt Disney in Jazz 

I brani scelti sono tratti dalle colonne sonore di alcuni tra i più noti films Disney, a partire dalla produzione degli anni ‘40 fino agli anni ‘90, rivisitati in chiave jazz attraverso arrangiamenti che richiamano le big bands ed i gruppi vocali degli anni ‘40 e ‘50, ma anche il contrappunto classico, in un dialogo tra le sezioni della band. 



S. Fain, S. Cahn, The second star to the right (da Peter Pan) 

A. Wrubel, R. Gilbert, Zip-a-dee-doo-dah (da I racconti dello zio Tom) 

O. Wallace, S. Burke, P. Lee, He’s a tramp (da Lilli e il vagabondo) 

R. Sherman, R.M. Sherman, I wanna be like you (da Il libro della giungla) - Stay awake (da Mary Poppins) - Feed the birds (da Mary Poppins) 

T. Gilkyson, The bare necessitie (da Il libro della giungla) 

E. John, T. Rice, The circle of life (da Il re leone) 

L. Harline, N. Washington, I’ve got no strings (da Pinocchio) 



Silvia Zaru voce 

Mercedes Casali voce 

Alessia Turcato voce 

Soleil Vaccarella voce 

Tamás Gyurcsó sax alto 

Paolo Lopolito sax alto 

Fabio Chesini sax tenore 

Rudy Manzoli sax tenore, 

Mauro Costantini pianoforte, 

Fabio Mazzola contrabbasso, 

Filippo Monico batteria. 



Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili 









Altri appuntamenti fuori sede 



Mercoledì 2 luglio 

Museo Poldi Pezzoli, ore 19.00 



Concerto per arpa 



Anonimo, Partita da Antiche danze e arie per liuto del sec. XVII (arrangiamento per arpa di A. Suriani) 

A. Kačaturian, Oriental Dance and Toccata 

M. Tournier, Danseuse à la fontaine d’Ain Draham 

M. Achard, Impression d’Orient 



Giovanna Di Lecce arpa 



Ingresso euro 9.00 con aperitivo e visita al museo 

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Mercoledì 2 luglio 

Sermoneta, Scuderie Castello Caetani , ore 20.00 




50° Festival Pontino di Musica 

Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea Conservatorio di Musica "G. Verdi" di Milano 



P.M. Davies, Two Nocturnes (2010) per 4 strumenti 

E. Morricone, Vivo (2001) per trio d'archi 

G. Petrassi, Serenata (1958) per 5 strumenti 

L. De Pablo, Dibujos (1979) per flauto, clarinetto, violino, violoncello 

G. Petrassi, Grand Septour avec clarinette concertante (1977-78) 




Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio 

Daniela Fiorentino clarinetto 
Beatrice Venezi direttore 
Mauro Bonifacio coordinatore 




Maggiori informazioni: http://www.campusmusica.it/festivalpontino.php?cat=10&campus=e7cff4b2139806b14e7c00f0b2ebf7b8 

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Sabato 12 luglio 

Chiesa di Santa Maria delle Grazie, ore 21.00 

(Varallo - piazza Gaudenzio Ferrari) 



F.J. Haydn, Quartetto in re maggiore op. 76/5 

A. Dvořák, Quartetto in fa maggiore op. 96 "Americano" 



Giulia Gresti violino 

Daniele De Vecchi violino 

Tamara Auer viola 

Giovanni Volpe violoncello 



Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili 

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Mercoledì 16 luglio 

Museo Poldi Pezzoli, ore 19.00 



Concerto per duo persiano 



Abdolreza Rostamian voce, tar, duduk 

Peyman Kafshduzha liuto 



Ingresso euro 9.00 con aperitivo e visita al museo 





Tutti i programmi sono consultabili sul sito del Conservatorio 

alla pagina PRODUZIONE - Rassegne interne/Rassegne esterne 



Programmi e comunicati relativi sono disponibili sul sito del Conservatorio 

alla pagina AREA STAMPA - Comunicati 



Per informazioni: 

Ufficio produzione 02 762110.206 

Ufficio stampa 02.762110.218 – 339.6141865 

www.consmilano.it 

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